Metrica: interrogazione
122 settenari (pezzi chiusi) in Vittorina London, Cadell, 1777 
   Non son vezzosa e bella,
Ho il nome, ho l’innocenza,
   Signor, con sua licenza
né voglio acconsentir. (Parte)
   Un general d’armata
che un giovinetto il giorno
   Sartore e parrucchiere,
chi il tiene per la testa,
chi il tiene per la faccia,
chi gli contorce il piede;
non sa... non può... non crede...
smaniare e delirar. (Parte)
   Da un fiero cuor che aspetto?
   Cara, se voi parlate...
Ah! Se il mister svelate...
   Nume che all’alme imperi,
rendi giustizia al merito,
premia bellezza e onor. (Parte)
   (Ma Vittorina è qua!
   Se fingo, se lusingo,
un giorno il mio rigor! (Parte)
   Tenero core ho in petto,
l’alma non serbo ingrata;
   Conosco il vostro affetto,
ma il cuore altrui dovete,
né più pensate a me. (Parte)
Non v’è più fede al mondo,
non m’ha mai scritto nulla.
pagarmela dovrà. (Vuol partire)
   Ah non resisto al peso
Un’alma scellerata! (A Roberto)
M’empiono il sen d’orror.
   L’amor, l’onore offeso
Vedrò l’infido al piede.
provare il mio rigor. (Parte)
   Questa è una buona dama
   Non basta un marchesato,
che ve l’insegnerà. (Parte)
   «Quest’è una buona dama
   «Non basta un marchesato
   Chi nell’onor confida,

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