Metrica: interrogazione
99 ottonari in La vendemmia Roma, Mainardi, 1760 
   Bel goder la fresca aurora
che c’invita a respirar.
Quando il sol non ci martora,
   Bel sentir canori augelli
e cantar sugl’arboscelli
quell’amor che li ferì.
   Bel veder sull’erbe i fiori
   Bel piacer le viti belle
de’ suoi grappoli spogliar;
su venite a vendemmiar. (Cecchina e Rosina con l’altri vanno a vendemmiare)
   Son fanciulla tenerella,
   Viva Bacco e viva Amore
   Gusta il labbro e prova il core
   Per la vostra impertinenza
   Ci vorrà un po’ di pazienza,
   Quanto va che ve n’andate.
   Là si mangia e qua si grida,
che vuol dir? Che cosa è stato?
vuo’ saper che cosa c’è.
                               La Rosina...
                         Ha rigalato...
                            Al suo Geppino...
                            Di quel piatto...
                      Così è.
   Il mio vino. (A Cecchina)
                            Non so niente.
                           Sono innocente.
   Padron caro, padron bello
   Voi mi date un fier martello
e il mio cor non sa il perché.
   Cresce il foco a poco a poco
e il mio cor non sa il perché.
   Presto, presto, guarda, guarda, (Esce Fabrizio correndo)
dai al ladro che ha rubbato,
   Guarda, guarda, presto, presto,
dai al ladro che sen va. (Tutti corrono via, Fabrizio con somma pace si pone a mangiare)
   Dov’è il ladro? (A Fabrizio)
                                 Chi lo sa? (Mangiando)
Dov’è andato? (A Fabrizio)
                             Per di là. (Come sopra)
   Buon pro faccia. (A Fabrizio)
                                    Signorsì.
                             Eccolo qui. (Prende un fiasco e beve)
   Bravo bravo vi ho capito.
Non mi muovo in verità. (Mangiando)
   Sento al cor che a poco a poco
va crescendo un fiero ardor.
   Della smania, del mio foco
   Vieni vieni o sonno amato...
Ho mangiato ed ho bevuto. (Sbavigliando)
e mi voglio riposar... (A poco a poco si va addormentando)
   (Se discioglier mi potessi (Tenta di sciogliersi)
Ah signor per carità. (Lo spaventano)
   Lei si fermi... (A Ippolito) Lei aspetti... (Al servo)
   (Son disciolto). Con licenza (Vuol partire, lo minacciano)
cos’è questa impertinenza?
                          Ah ah ah. (Ippolito si scopre, Cecchina e Rosina si fanno avanti)
                        Ah ah ah.
   Siete bella e graziosetta,
   Ma vi credo un po’ furbetta,
   Ma se siete un po’ geloso

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