Metrica: interrogazione
308 ottonari in La fiera di Sinigaglia Roma, Grossi, 1760 
   Sta sul lido il passaggiero,
forse un dì risplenderà. (Parte)
   Mi perdoni, vado via, (Verso la scena)
che ha bisogno di contante (Come sopra)
   Quel spiantato, quel sguaiato
   Cos’avete voi portato? (Ad Orazio)
Cos’avete voi recato? (A Prospero)
                         Vuo’ sapere.
Bella, bella in verità. (Prendono esse le cose sudette)
qualche cosa vi darò. (Ad Orazio)
(Dar danari, o questo no). (Da sé)
   Vi darò una tabacchiera. (A Griffo)
Ci vedremo questa sera. (Ad Orazio)
non si viene a civettar. (A Lisaura)
   Voglio dir quel che mi pare. (Ad Orazio)
due falliti, due spiantati, (A tutti due)
no, non merita pietà. (Parte seguita da Orazio)
                        Non c’è niente.
                           Sento gente.
Giusto ciel, che mai sarà. (Si ritirano)
   Nell’imbarco che si aspetta,
   Ma vi è gente in quella parte. (Osservando dove sono entrati li sudetti)
   Non temete, è un uom di mare,
che ci deve trasportar. (A Prospero)
non abbiam da paventar. (Ad Orazio)
   Ed il greco, ch’è qui meco,
   L’uno e l’altro si è saputo
   Cosa dice il capitano? (Ad Orazio)
Signor greco, che pensate? (A Prospero)
                         Stara greco.
Griffo mio per carità. (Smascherandosi)
quel ch’io faccio, quel ch’io dico
   Quel ch’io tengo e quel ch’io sono
                        Mangio pochissimo.
                          Date qua.
                                Signorsì.
                     Eccolo qui.
                             Sposo caro,
                           Qua il danaro. (Chiedendogli la borsa)

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